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venerdì 17 febbraio 2012
Karuna cambia sede: il nuovo centro di pratica buddhista sri lankese "Sambudu Vihara" ospiterà le riunioni del gruppo e le serate di meditazione
Karuna Onlus, a quattro anni dalla propria nascita, cambia sede!
Le riunioni del gruppo di volontari e soci e le serate di meditazione si terranno presso il nuovo centro buddhista dell'abate Gnanatilaka, di pratica e tradizione buddhista sri lankese (theravadin), il lunedi sera, dalle ore 19 alle ore 21.
Il centro è situato in Salita della Rondinella, tra Castelletto e Largo Zecca a Genova e per chiunque fosse interessato a partecipare e avere i riferimenti per raggiungere il centro, anche solo per una serata di pratica, puo' contattare i riferimenti dell'associzione indicati nelle sezioni del blog a destra ("Profilo" e "Karuna News").
Una mostra fotografica sulle famiglie della discarica di rifiuti di Maesot (Thailandia)
Matthieu desidera versare il 30% del ricavato delle vendite a favore del progetto "Golden Dump" dell'Associazione Krio Hirundo.
Ecco la pagina Facebook di Matthieu
Ecco il link del sito web di Matthieu dove potrete vedere le foto scattate alla discarica e vendute durante l'esposizione. Il titolo dei reportage sono "Life in the Rubbish Dump & Sofa Project"
Le 3 esposizioni fotografiche saranno dal 13 al 25 marzo ( vedi bozza volantino qui allegato), in concomitanza della "Giornata Mondiale per la Birmania" che sarà il 13 marzo.
giovedì 16 febbraio 2012
"The Best Friend Library" di Chiang Mai e "The Schools of Hope" di Chiang Dao (Thailandia): i progetti di aiuto di Karuna Onlus non conoscono soste
Karuna Onlus ha ricevuto da alcuni benefattori e ha donato importanti somme di denaro a due istituzioni e organizzazioni locali della città di Chiang Mai nel nord della Thailandia.
Queste organizzazioni stanno aiutando decine di bambini di origine birmana, orfani di genitori o rifugiati illegalmente in Thailandia, presso la città thailandese di Chiang Mai: "The Best Friend" (associazione di volontariato registrata a livello internazionale in Germania) e "The Schoosl of Hope", un orfanotrofio con 87 bambini ospitati, sempre situato nei pressidi Chiang Mai.
La prima organizzazione gestisce una biblioteca dove i bambini studiano inglese e altre materie, apprendendo anche i rudimenti dell'informatica.
Per informazioni dettagliate su "The Schools of Hope": http://schoolsofhope.blogspot.com/ e su
un'associazione non profit di aiuto al progetto: http://www.activesocialresponsability.com/.
Vi terremo informati sugli sviluppi di questa forma di aiuto.
Si ringrazia sin d'ora la dottoressa Floriana Trapasso di Modena e l'azienda Panini (quella storica delle "figurine" dei calciatori......), con sede a Modena, che hanno convogliato ingenti forme di aiuto in denaro.
Pubblichiamo di seguito la ricevuta di donazione relativa alla prima "tranche" di denaro inviato.
Queste organizzazioni stanno aiutando decine di bambini di origine birmana, orfani di genitori o rifugiati illegalmente in Thailandia, presso la città thailandese di Chiang Mai: "The Best Friend" (associazione di volontariato registrata a livello internazionale in Germania) e "The Schoosl of Hope", un orfanotrofio con 87 bambini ospitati, sempre situato nei pressidi Chiang Mai.
La prima organizzazione gestisce una biblioteca dove i bambini studiano inglese e altre materie, apprendendo anche i rudimenti dell'informatica.
Per informazioni dettagliate su "The Schools of Hope": http://schoolsofhope.blogspot.com/ e su
un'associazione non profit di aiuto al progetto: http://www.activesocialresponsability.com/.
Vi terremo informati sugli sviluppi di questa forma di aiuto.
Si ringrazia sin d'ora la dottoressa Floriana Trapasso di Modena e l'azienda Panini (quella storica delle "figurine" dei calciatori......), con sede a Modena, che hanno convogliato ingenti forme di aiuto in denaro.
Pubblichiamo di seguito la ricevuta di donazione relativa alla prima "tranche" di denaro inviato.
Gli aggiornamenti di Krio Hirundo Onlus al progetto "Golden Dump" di aiuto alle famiglie della discarica di rifiuti
Con questo "post" "salutiamo", con un "arrivederci", il progetto "Golden Dump" (a cui abbiamo voluto molto "bene" e che abbiamo sostenuto come associazione).
Si tratta di un progetto di aiuto ad alcune famiglie che vivevano in una discarica di rifiuti al confine tra Tailandia e Birmania e che l'associazione italiana Krio Hirundo Onlus, ideatrice dello stesso, sta portando avanti in maniera egregia.
Forniamo un aggiornamento degli avvenimenti premettendo che purtroppo Karuna, anche per avvenimenti accaduti di recente estranei alla sua volontà, non ha piu' potuto aiutare Krio Hirundo.
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La scelta della nuova terra
Krio Hirundo doveva affrontare vari problemi legati al terra che era
stata scelta a novembre 2010 da Ashin Sopaka: mancanza d’acqua,
quindi l’impossibilità di coltivare tutto l’anno ma solo durante la
stagione delle piogge; un terreno inadatto alle coltivazioni a causa
delle numerose piante di bambù; terreno completamente isolato durante
la stagione delle piogge perché privo di strade d’accesso e quindi
difficoltà anche per i bambini d’accedere alla scuola.
Si riteneva perfetto il luogo per nascondere le famiglie dalla
polizia, visto il loro statuto di profughi senza documenti ma, in
seguito a vari nostri approfondimenti e risultati, inadeguato per
costruire un futuro.
Dopo aver incontrato la figlia del proprietario terriero, la quale ha
tentato di rinnovarci il contratto rincarando il prezzo del 50%, ci
siamo rese conto che questa ricca signora tailandese, in tutti i modi,
voleva arricchirsi alle spalle delle famiglie e dei donatori. Vi
risparmiamo i dettagli.
Così da oltre un mese e mezzo è iniziata la ricerca di un nuovo luogo,
ricerca non facile perché tentavamo di trovare un piccolo terreno con
una buon suolo, con l’acqua, con un proprietario tollerante con i
birmani, con un vicinato che accettasse le famiglie birmane, con una
scuola vicina per i bambini e ovviamente ad un prezzo non gonfiato.
Dovevamo spostarci verso il meglio.
Pensavamo di aver perso tutte le speranze, dopo tanto tempo passato a
visitare terreni a sinistra e a destra, rimanendo non troppo lontano
dalla zona della discarica (da dove provengono le famiglie). Abbiamo
così iniziato le trattative per il rinnovo del vecchio contratto, ma
allo stesso prezzo stabilito un anno fa, con il timore che a qualsiasi
momento le famiglie potevano essere sfrattate, visto che la firma del
contratto sarebbe stata quella della figlia del proprietario, perciò
legalmente con un contratto non valido.
Ci trovavamo di fronte ad una grande indecisione, consapevoli che la
situazione globale era pessima.
Così abbiamo voluto informare il monaco King Zero, ed avere anche da
lui un’opinione. È durante quel incontro che è stato deciso di
considerare un terreno disponibile a 20 km dalla città (quindi molto
lontano rispetto alla discarica), in un villaggio abitato
principalmente da Karen, che da generazioni vivono lì.
Ci è stato proposto un fazzoletto di terra (32.000 metri quadrati) nel
villaggio di Bwe Kalar. Il proprietario è un birmano di nostra
conoscenza, ma vivendo qui da 40 anni ha la cittadinanza tailandese
quindi ha tutti i diritti, come la proprietà. Abbiamo infatti
richiesto la copia dell’ufficio del demanio che attesta la proprietà
del terreno, ed è tutto in regola.
C’è l’acqua per poter coltivare tutto l’anno, la strada asfaltata
giunge al terreno perciò le famiglie non sono isolate durante la
stagione delle piogge. Così ne abbiamo parlato alle famiglie,
spiegando più semplicemente possibile la situazione. Loro erano
terrorizzati a spostarsi in un nuovo luogo, hanno passato tutta la
loro esistenza a nascondersi…
Assieme al proprietario del terreno di nome Vinang, siamo riuscite ad
ottenere dei pseudi documenti per tutti gli adulti, in modo che
potessero uscire dalla foresta senza rischiare rappresaglie dalla
polizia. Abbiamo quindi mostrato il terreno, il tempio buddista
birmano, il villaggio…spiegando che grazie a Vinang, che avrebbe fatto
da garante, si sarebbe intrapreso a febbraio la modalità per far
ottenere dei veri documenti per le famiglie. Grazie a questi documenti
avrebbero avuto, per la prima volta, la possibilità di fare una vita
normale.
Abbiamo fatto in modo che il monaco King Zero spiegasse tutto questo
anche lui (un monaco non mente mai,e sua opinione è tenuta in grande
considerazione). Così le famiglie si sono fatte coraggio ed hanno
deciso di accettare questo enorme cambiamento: non nascondersi più.
Fatto questo, ci siamo presentate con un cesto regalo al capo del
villaggio per avere la sua approvazione, che è stata accordata,
(indispensabile sia per ottenere un permesso di residenza sul terreno,
sia per avere l’autorevole voce del capo del villaggio a favore del
progetto) infine, ci siamo fatte presentare al preside della scuola
vicina per migranti birmani, per chiedere l’autorizzazione di far
entrare i “nostri” bambini nell’istituto.
Ora siamo nel periodo degli esami finali, quindi inizieranno con il
nuovo anno scolastico a giugno.
Per quanto riguarda l’agricoltura, ci siamo rese conto che gli adulti
non hanno la conoscenza sufficiente per poter gestire al meglio e da
soli le coltivazioni (non sanno cosa è meglio coltivare, come
coltivare a basso costo e ad alta resa). Così era evidente che la
prima cosa da fare era fornire una formazione agronoma, dalla
piantagione alla vendita. Quindi dovevamo fare un “progetto pilota”,
che dovrebbe dare le basi di un futuro a coltivazioni e allevamenti
più grandi.
Dopo varie ricerche e porte chiuse, ci siamo “imbattute” su Mark, un
giovane occidentale, che vive da due anni a Mae Sot, assieme a Komoto
(un ragazzo birmano), dando vita all’interno delle scuole, di progetti
pilota di “Natural Farm”, ossia prodotti agricoli senza l’uso della
chimica, ma sfruttando i prodotti della natura per ottenere
fertilizzati e alimenti. Infatti, analizzando le spese del primo anno
del nostro progetto, c’eravamo accorte che i possibili benefici
venivano assorbiti da fertilizzanti chimici e antiparassitari.
Dovevamo ritornare alle origini, insegnare come fare un ottimo
composto naturale.
Non è un progetto facile e le famiglie devono imparare molto, ma ci
proviamo, o comunque l’intenzione è proprio quella di fare una piccola
Fattoria bio seguendo le istruzioni di Komoto.
In questo 2012 perciò il nostro obiettivo non è quello di coltivare in
grande scala per poter vendere i prodotti all’ingrosso, vorremo invece
per un anno, fare una scuola di agricoltura basata sulla scelta di
piantagioni e allevamenti collegati fra loro. Impareranno quindi il
modo migliore per coltivare e allevare a basso costo per ottenere dei
benefici dal loro lavoro. Grazie anche ai loro documenti potranno
vendere direttamente al dettaglio presso il villaggio. Siamo certe che
l’istruzione e la formazione (tramite un progetto pilota),
accompagnato da uno statuto legale (tramite carte d’identità) è
l’unica chiave per uscire dalla povertà e l’emarginazione.
Questo è il nostro obiettivo. Abbiamo ora un altro mese di tempo per
pianificare il tutto.
Sono analfabeti, la lingua è una grande barriera, vivono nel terrore,
certe credenze negli spiriti sono ulteriori ostacoli (per esempio si
ammalano a causa di uno spirito cattivo e non prendono le medicine
regolarmente).
Ora stiamo organizzando il trasloco delle famiglie e del materiale.
Prossimi obiettivi:stata scelta a novembre 2010 da Ashin Sopaka: mancanza d’acqua,
quindi l’impossibilità di coltivare tutto l’anno ma solo durante la
stagione delle piogge; un terreno inadatto alle coltivazioni a causa
delle numerose piante di bambù; terreno completamente isolato durante
la stagione delle piogge perché privo di strade d’accesso e quindi
difficoltà anche per i bambini d’accedere alla scuola.
Si riteneva perfetto il luogo per nascondere le famiglie dalla
polizia, visto il loro statuto di profughi senza documenti ma, in
seguito a vari nostri approfondimenti e risultati, inadeguato per
costruire un futuro.
Dopo aver incontrato la figlia del proprietario terriero, la quale ha
tentato di rinnovarci il contratto rincarando il prezzo del 50%, ci
siamo rese conto che questa ricca signora tailandese, in tutti i modi,
voleva arricchirsi alle spalle delle famiglie e dei donatori. Vi
risparmiamo i dettagli.
Così da oltre un mese e mezzo è iniziata la ricerca di un nuovo luogo,
ricerca non facile perché tentavamo di trovare un piccolo terreno con
una buon suolo, con l’acqua, con un proprietario tollerante con i
birmani, con un vicinato che accettasse le famiglie birmane, con una
scuola vicina per i bambini e ovviamente ad un prezzo non gonfiato.
Dovevamo spostarci verso il meglio.
Pensavamo di aver perso tutte le speranze, dopo tanto tempo passato a
visitare terreni a sinistra e a destra, rimanendo non troppo lontano
dalla zona della discarica (da dove provengono le famiglie). Abbiamo
così iniziato le trattative per il rinnovo del vecchio contratto, ma
allo stesso prezzo stabilito un anno fa, con il timore che a qualsiasi
momento le famiglie potevano essere sfrattate, visto che la firma del
contratto sarebbe stata quella della figlia del proprietario, perciò
legalmente con un contratto non valido.
Ci trovavamo di fronte ad una grande indecisione, consapevoli che la
situazione globale era pessima.
Così abbiamo voluto informare il monaco King Zero, ed avere anche da
lui un’opinione. È durante quel incontro che è stato deciso di
considerare un terreno disponibile a 20 km dalla città (quindi molto
lontano rispetto alla discarica), in un villaggio abitato
principalmente da Karen, che da generazioni vivono lì.
Ci è stato proposto un fazzoletto di terra (32.000 metri quadrati) nel
villaggio di Bwe Kalar. Il proprietario è un birmano di nostra
conoscenza, ma vivendo qui da 40 anni ha la cittadinanza tailandese
quindi ha tutti i diritti, come la proprietà. Abbiamo infatti
richiesto la copia dell’ufficio del demanio che attesta la proprietà
del terreno, ed è tutto in regola.
C’è l’acqua per poter coltivare tutto l’anno, la strada asfaltata
giunge al terreno perciò le famiglie non sono isolate durante la
stagione delle piogge. Così ne abbiamo parlato alle famiglie,
spiegando più semplicemente possibile la situazione. Loro erano
terrorizzati a spostarsi in un nuovo luogo, hanno passato tutta la
loro esistenza a nascondersi…
Assieme al proprietario del terreno di nome Vinang, siamo riuscite ad
ottenere dei pseudi documenti per tutti gli adulti, in modo che
potessero uscire dalla foresta senza rischiare rappresaglie dalla
polizia. Abbiamo quindi mostrato il terreno, il tempio buddista
birmano, il villaggio…spiegando che grazie a Vinang, che avrebbe fatto
da garante, si sarebbe intrapreso a febbraio la modalità per far
ottenere dei veri documenti per le famiglie. Grazie a questi documenti
avrebbero avuto, per la prima volta, la possibilità di fare una vita
normale.
Abbiamo fatto in modo che il monaco King Zero spiegasse tutto questo
anche lui (un monaco non mente mai,e sua opinione è tenuta in grande
considerazione). Così le famiglie si sono fatte coraggio ed hanno
deciso di accettare questo enorme cambiamento: non nascondersi più.
Fatto questo, ci siamo presentate con un cesto regalo al capo del
villaggio per avere la sua approvazione, che è stata accordata,
(indispensabile sia per ottenere un permesso di residenza sul terreno,
sia per avere l’autorevole voce del capo del villaggio a favore del
progetto) infine, ci siamo fatte presentare al preside della scuola
vicina per migranti birmani, per chiedere l’autorizzazione di far
entrare i “nostri” bambini nell’istituto.
Ora siamo nel periodo degli esami finali, quindi inizieranno con il
nuovo anno scolastico a giugno.
Per quanto riguarda l’agricoltura, ci siamo rese conto che gli adulti
non hanno la conoscenza sufficiente per poter gestire al meglio e da
soli le coltivazioni (non sanno cosa è meglio coltivare, come
coltivare a basso costo e ad alta resa). Così era evidente che la
prima cosa da fare era fornire una formazione agronoma, dalla
piantagione alla vendita. Quindi dovevamo fare un “progetto pilota”,
che dovrebbe dare le basi di un futuro a coltivazioni e allevamenti
più grandi.
Dopo varie ricerche e porte chiuse, ci siamo “imbattute” su Mark, un
giovane occidentale, che vive da due anni a Mae Sot, assieme a Komoto
(un ragazzo birmano), dando vita all’interno delle scuole, di progetti
pilota di “Natural Farm”, ossia prodotti agricoli senza l’uso della
chimica, ma sfruttando i prodotti della natura per ottenere
fertilizzati e alimenti. Infatti, analizzando le spese del primo anno
del nostro progetto, c’eravamo accorte che i possibili benefici
venivano assorbiti da fertilizzanti chimici e antiparassitari.
Dovevamo ritornare alle origini, insegnare come fare un ottimo
composto naturale.
Non è un progetto facile e le famiglie devono imparare molto, ma ci
proviamo, o comunque l’intenzione è proprio quella di fare una piccola
Fattoria bio seguendo le istruzioni di Komoto.
In questo 2012 perciò il nostro obiettivo non è quello di coltivare in
grande scala per poter vendere i prodotti all’ingrosso, vorremo invece
per un anno, fare una scuola di agricoltura basata sulla scelta di
piantagioni e allevamenti collegati fra loro. Impareranno quindi il
modo migliore per coltivare e allevare a basso costo per ottenere dei
benefici dal loro lavoro. Grazie anche ai loro documenti potranno
vendere direttamente al dettaglio presso il villaggio. Siamo certe che
l’istruzione e la formazione (tramite un progetto pilota),
accompagnato da uno statuto legale (tramite carte d’identità) è
l’unica chiave per uscire dalla povertà e l’emarginazione.
Questo è il nostro obiettivo. Abbiamo ora un altro mese di tempo per
pianificare il tutto.
Sono analfabeti, la lingua è una grande barriera, vivono nel terrore,
certe credenze negli spiriti sono ulteriori ostacoli (per esempio si
ammalano a causa di uno spirito cattivo e non prendono le medicine
regolarmente).
Ora stiamo organizzando il trasloco delle famiglie e del materiale.
1-Fare un sistema di purificazione dell’acqua che diventi potabile
(pensiamo attraverso dei filtri ed una cisterna per stoccarla);
2- Terminare le abitazioni già avviate, fare servizi igienici;
3- Iniziare a pianificare assieme a Komoto il progetto “Natural Farm”.
Infine, una decina di giorni fa, Aye Than è andato clandestinamente in
Birmania per recuperare gli altri due figli che vivevano ancora con i
nonni.
Ma le cose sono precipitate e suo padre, molto vecchio, sta morendo.
Perciò non può lasciare la mamma da sola. Ha quindi richiamato tre
giorni fa sua moglie e i bambini in Birmania.
Abbiamo perciò scritto una lettera, assicurandolo che siamo in grado
di sostenere la nonna (sua mamma), se vorrà tornare con tutta la
famiglia. Vi assicuriamo che era straziante il viso di quella madre
mentre ci raccontava tutto ciò.
Infine il contratto della terra è stato firmato per 3 anni, pagando
l’affitto annualmente con il prezzo bloccato, con avviso di 6 mesi
anticipati da entrambe le parti, se si vuole disdire il contratto. Il
contratto è stato firmato dal proprietario del terreno, da Nadia in
qualità di presidente dell’associazione, da Saw (nostro responsabile)
e dal monaco King Zero in qualità di testimone.
Il 21 gennaio abbiamo iniziato un corso di formazione per 15
studenti birmani (per un totale di 50 ore), per imparare a costruire
un forno e produrre oggetti in terracotta. Per questo corso ci sarà
Eva e Raffaele, in qualità di volontari che ci raggiungeranno la
prossima settimana. Inoltre è stato possibile organizzare tutto ciò
avvalendoci della collaborazione con l’associazione Help Without
Frontiers, che metterà a disposizione un pulmino per trasportare gli
studenti e provvederà anche ai pasti.
Per quanto riguarda la scuola dove andranno i nostri bambini:
è frequentata da 240 bambini di cui 140 alloggiano lì, soprattutto
durante la stagione delle piogge. Gli insegnanti sono 17. La scuola è
il risultato di un progetto di tre organizzazioni umanitarie.
Sembra che tutto venga coperto da queste organizzazioni (salari per
maestri, libri,vitto). Il preside ci ha spiegato che ciò di cui hanno
bisogno sono lenzuola e zanzariere per i bambini.
________________________________________________
L'aiuto alla piccola Phyu Phyu
Finalmente, ieri il gruppo era completo: io, Barbara, Saw Saya, un interprete per la lingua thai verso il birmano e inglese e ovviamente la piccola Phyu Phyu Thin con il suo dolce papà!
Alle otto eravamo nell'affollato ospedale pubblico di Mae Sot, finalmente alle 11 la bimba è entrata per essere visitata da un orribile dottore razzista thailandese, il quale dopo pochi minuti, ha perso la pazienza e non ha voluto più saperne. Cavolo ma è normale che una bimba sorda, che ha vissuto nascosta per due anni sia un tantino impaurita dalla situazione! Comunque vi assicuro che lei è stata bravissima, ha urlato a buon ragione perchè quello stronzo con i suoi arnesi ha fatto sanguinare l'orecchio di Phyu Phyu.
Insomma, il resto dell'esame è stato fatto da un'infermiera, che pur essendo donna era di una freddezza allucinante. Certo Phyu Phyu non è una ricca thailandese, ma una dolcissima e felice piccola birmana. Comunque, è stato appurato che dall'orecchio sinistro sente certi suoni ed anche da quello destro ( un po' meno). La loro ridicola affermazione è che la bimba è sorda perchè ha problemi mentali.
Ce li hanno loro i problemi mentali! Così dopo essersi rifiutati di darci per iscritto il loro referto medico, a mezzogiorno eravamo tutti alla clinica Mae Tao, la quale teoricamente, a seconda dei casi, sarebbe intervenuta nel caso nell'ospedale non era in condizioni di fare nulla per la bimba. Noi sapendo di un programma chiamato BCMF (BURMA CHILDREN MEDICAL FOUND), abbiamo chiesto quindi il loro intervendo, spiegando che l'ospedale di Mae Sot era impotente ( e incompetente).
Siamo state dalla manager del programma, che subito ha adorato Phyu Phyu, abbiamo spiegato tutto ciò che avevamo fatto...
PHYU PHYU potrà finalmente uscire dalla sua sordità ed imparare a parlare!!!
Questa è la situazione: Mae Tao clinic provvederà con un pulmino apposito, assieme ad altri bambini e mamme, il trasporto fino alla città di Chiang Mai ( dove ci sono degli ospedali qualificati), per passare i controlli ha degli accordi con le autorità thailandesi e stanno preparando quindi il foglio di via per la mamma e Phyu Phyu, avranno vitto e alloggio e un interprete, saranno seguite in tutto.
Ci vorranno diversi viaggi e probabilmente ci vorranno circa 6 mesi per terminare il tutto. Tutto questo sarà possibile solo se noi saremmo in grado di aiutare il finanziamento delle cure nell'ordine di circa 1.000 euro, infatti il costo dell'auricolare è molto alto e loro non hanno un budget per coprire tutto. Noi, certe che ce la faremo a raccogliere quei soldi abbiamo dato il via alle pratiche.
Essendoci molti casi di bimbi, Phyu Phyu con la mamma potrà fare il primo viaggio a Chiang Mai verso fine febbraio, loro ci avviseranno una settimana prima.
Stiamo lanciando quindi un appello di raccolta fondi per Phyu Phyu, sono certa che ce la faremo,anche con il vostro aiuto.
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Le ultime novità del progetto "Golden Dump"
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Le ultime novità del progetto "Golden Dump"
1) La piccola Phyu Phyu Thin che vive all'interno del ns progetto Golden Dump, sorda dalla nascita partirà il 16 febbraio con la mamma per iniziare le cure a Chiang Mai
2) Le persone che continueranno a seguire il progetto "golden dump" anche in nostra assenza sono sempre il maestro Saya Saw ed ora anche una volta alla settimana l'agronomo karen di nome Kaw Maw Taw. Entrambi sono remunerati dalla nostra associazione e settimanalmente ci invieranno un resoconto economico e descrittivi dei sviluppi del progetto.
3) Abbiamo provveduto a fornire un piano cottura a due fuochi alimentato a gas, perchè a lungo termine è meno costoso del carbone o legna. Le donne ci hanno preparato un pranzo da regine, ed hanno imparato velocemente ad utilizzare i fuochi alimentati a gas. Sono molto contente di questo cambiamento, e ogni minuto passano lo straccino per pulire la cucina!
4) E' in via di costruzione anche una tettoia dove verrà collocata la zona cucina e la grande tavola dove le famiglie mangeranno tutte assieme
5) Una parte della terra sono iniziati i lavori di preparazione suolo per le coltivazioni (arricchito con letame), presto inizieranno le semine di diverse colture.
6) Dove precedentemente erano state piantate coltivazioni di foglie di betel, il suolo è stato a
migliorato
7) La cisterna per stoccare l'acqua è terminata
8) Per l'acqua potabile ( da bere ) ci siamo rese conto che era più conveniente acquistare nel villaggio le grosse taniche da 10 litri di acqua piuttosto che costruire tutto un sistema di filtraggio. Ora nel terreno ci sono 10 taniche da 10 litri ciascuna, e possono essere ricaricate nel centro del villaggio con un costo di 0,25 centesimi l'una.
9) Per la doccia e lavaggio stoviglie viene usata l'acqua adiacente al terreno e stoccata nelle cisterne costruite.
10) Pochi giorni fa è stato un momento memorabile, le famiglie a sorpresa, hanno avuto la visita del primo acquirente: una signora del villaggio ha comperato 3 chili di foglie di betel. Per tutta la parte della vendita sono le donne che se ne occupano, hanno raccolto le foglie scelte dall'acquirente, le hanno pesate, hanno ricevuto i soldi ed hanno dato il resto al compratore. Si trattava di una decina di euro, ma erano euforiche! I soldi raccolti dalla vendita dei prodotti sono poi consegnati dal nostro responsabile Saya Saw e messi a disposizione del progetto stesso.
Prossimi obiettivi del progetto Golden Dump:
1) continuare nella lavorazione della terra e coltivazioni biologiche
2) trattativa con il capo del villaggio per poter connettere il nostro terreno tramite un lungo tubo ad una fonte di acqua più pulita che servirà alle coltivazioni, infatti il ruscello adiacente è alimentato da dell'acqua inquinata da prodotti chimici derivanti da altre fattorie
3) Prima della stagione delle piogge iniziare il progetto per l'allevamento dei maiali
4) Iscrizione dei bambini alla scuola per migranti birmani a giugno
5) Proseguimento delle cure mediche per Phyu Phyun Thin, quando ci sentirà, verrà seguita per poter imparare a parlare
Per quanto riguarda il numero di famiglie abbiamo deciso che vista la grandezza attuale del terreno ( piccola) e la complessità del progetto ( formazione di agricoltura biologica ed allevamento biologico), sarebbe uno sbaglio accogliere ancora famiglie. Inoltre vogliamo lasciare la possibilità alla famiglia di Aye Than nel caso volesse tornare con la nonna, moglie e figli in Thailandia, di poter rientrare nel progetto. Attualmente quindi sono 3 nuclei famigliari, 4 se Aye Than ritorna.
Altre famiglie potranno beneficiare del progetto dal momento che le attuali avranno già un minimo di formazione ( e potranno esse stesse condividere le conoscenze) e noi troveremo un altro pezzetto di terreno adiacente all'attuale da dedicare all'agricoltura.
6) I fondi a nostra disposizione per il progetto Golden Dump crediamo siano sufficienti almeno fino a novembre per il 2012 per tutte le spese del progetto Golden Dump.
La lettera del Presidente agli amici di Karuna: il resoconto delle attività e il contributo associativo annuale 2012
Cari amici, volontari, sostenitori di Karuna Onlus,
Presso il carcere di Genova Pontedecimo i volontari Franco, Sonia e Walter hanno portato avanti nei mesi scorsi un progetto di aiuto ai carcerati attraverso un percorso di orientamento spirituale e di pratica meditativa, anche attraverso attività in movimento.
Di recente è stato avviato anche un corso di informatica con grande scuccesso e interesse tra i detenuti e le detenute.
A livello internazionale abbiamo deciso di sostenere un nuovo progetto di aiuto a bambini birmani presso una scuola tailandese, in collaborazione con altre associazioni locali.
Il progetto "Golden Dump" ideato dall'associazione Krio Hirundo Onlus per aiutare gli abitanti della discarica di rifiuti della città di Maesot (tra Tailandia e Birmania) ha vissuto tappe importanti di sviluppo e soprattutto ha ricevuto una grande donazione da una cittadina svizzera che ha consentito allo stesso di guardare ai prossimi anni con la consapevolezza di poter avere le risorse economiche per sopravvivere.
Purtroppo le attività sul territorio locale si sono diradate a causa della defezione di numerosi volontari: la piccola aiuola "Minu Ice" che curiamo vede la sola partecipazione continua di una volontaria alle operazioni di potatura e piantumazione e le bancarelle di raccolta fondi purtroppo sono state poco frequentate dai simpatizzanti e amici dell'associazione.
Con il 2012 chiediamo a Tutti Voi un contributo annuo di euro 10 per sostenere le principali spese che abbiamo: l'assicurazione dei volontari, la casella postale per la corrispondenza con carcerati.
Verrà emessa una tessera associativa a nome di chi ci fornirà la quota annua e ricordiamo anche che chi tra i volontari e gli amici di Karuna Onlus avesse fornito donazioni nel 2011 (anche per il sostegno del pagamento della sala di Corso Torino) ci puo' chiedere l'emissione della ricevuta complessiva, ai fini della detrazione dall' imposta i.r.p.e.f. nella prossima dichiarazione dei redditi.
Come effettuare il pagamento?
La strada meno costosa è quella di recapitare la quota di 10 euro al Tesoriere Mauro (Muwi) oppure di effettuare un bonifico diretto sul nostro conto corrente bancario.
Potete inviare una mail di conferma di adesione e Vi forniremo i riferimenti bancari.
Per Karuna Onlus
Massimiliano (Presidente)
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