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lunedì 13 luglio 2015

UNA LETTERA DI PROTESTA ALL'AMBASCIATA CINESE A ROMA PER I DIRITTI CIVILI IN CINA - LAOGAI RESEARCH FOUNDATION E KARUNA

Un'invito adesione ad un appello di Laogai Research Foundation 

DA inviare a

All’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Roma

AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
AMBASCIATORE MR. LI RUYUN
VIA   Bruxelles 56
00198  ROMA
 
--- PER IL TESTO DA INVIARE VEDI SOTTO  --

Spinti dall’intensificarsi delle violazioni dei diritti umani e del rispetto della dignità umana in Cina e in particolare modo in Tibet, l’associazione Laogai Research Foundation Italia ha deciso di inviare una lettera di protesta all’ambasciatore cinese a Roma e al presidente del governo cinese Xi Jinping. Per maggiori informazioni è possibile contattare il direttore responsabile della Laogai Research Foundation, Gianni Taeshin Da Valle, al numero 338/4284478.

Chi siamo
La Laogai Research Foundation Italia Onlus è impegnata in una campagna di informazione su che cosa sono i laogai, i campi di concentramento, dove sono costretti al lavoro forzato diversi milioni di persone a vantaggio economico del solo regime cinese. Nei Laogai spariscono, con i criminali comuni, sacerdoti e vescovi cattolici, monaci tibetani, religiosi di ogni confessione, uomini, donne, bambini, oppositori politici, figure invisibili, condannate con iniqui processi o spesso catturate a caso per strada dalla polizia. Il loro lavoro è a costo zero. Organizza inoltre mostre fotografiche, conferenze stampa e convegni per sensibilizzare i mass media e le autorità politiche italiane alle continue violazioni dei diritti umani, come le torture, le esecuzioni di massa e la vendita di organi.

Hanno già aderito a questa iniziativa:

Associazione Italia Tibet
AESPI (Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante)
Spirito del Tibet
Karuna Onlus
La Laogai Research Foundation ringrazia anticipatamente le Associazioni/Fondazioni  che aderiranno a questa iniziativa.

Laogai  Research Foundation,08/07/2015

IL TESTO INTERO:
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All’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Roma

AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
AMBASCIATORE MR. LI RUYUN
VIA   Bruxelles 56
00198  ROMA


Vostra Eccellenza,

Il mondo è estremamente preoccupato per la situazione in Tibet. Milioni di persone ammirano le dimostrazioni pacifiche dei monaci buddhisti e dell'attività del premio Nobel Dalai Lama.   Saranno ricordate come eroiche attività, simili alla resistenza non violenta del movimento del Mahatma Gandhi e di Martin Luther King.

Anche noi gruppi ONG preghiamo per la pace e la felicità del popolo tibetano e per tutte quelle persone se subiscono dei soprusi a cui non viene tutelata la loro dignità.  Sfortunatamente il governo cinese non ascolta la voce del suo popolo e nemmeno quella del mondo. E’ molto triste sapere che molti monaci e dimostranti pacifisti sono vittime di tanta violenza.

Recentemente abbiamo appreso da fonti giornalistiche affidabili e di indiscussa serietà professionale e morale che l’ Ufficio informazioni del Consiglio di Stato cinese ha presentato un “Libro Bianco” . Nel testo, il governo del Presidente Xi Jinping respinge le proposte di dialogo lanciate dal leader buddista e riafferma la volontà di portare avanti una politica di repressione nella zona e che Il Dalai Lama “deve chiedere perdono al governo cinese per i suoi misfatti e smetterla di parlare di autonomia per il Tibet, un concetto che è del tutto fuori discussione”.
 Ogni negoziato, scrivono i dirigenti cinesi, “passa dal completo abbandono di ogni attività da parte del Dalai Lama, che deve chiedere perdono al governo centrale e al popolo cinese. In un secondo momento lavoreremo su cosa dovrà fare per il resto della sua vita. Dato che il sistema e lo status politico del Tibet sono chiariti dalla Costituzione e dalle leggi cinesi, non esiste una ‘questione tibetana’ e tanto meno c’è la possibilità di un maggiore grado di autonomia”.

Il documento non parla della successione del Nobel per la Pace. Secondo la tradizione tibetana, la sua reincarnazione – il futuro XV Dalai Lama – dovrebbe essere riconosciuto da alcuni religiosi indicati dal Panchen Lama, la seconda figura per importanza nel buddhismo tibetano. Tuttavia, il governo cinese ha rapito nel 1995 il giovane Gedhun Choekyi, indicato dall’attuale Dalai Lama come rinascita autentica del Panchen Lama, e ne ha installato un altro al suo posto.  Il padre dell’attuale Presidente Xi Jinpin,  Xi Zhongyun conosceva bene il X Panchen Lama e lo considerava "un grande maestro con un cuore aperto" e perfino "un amico".

Noi desideriamo esprimere il nostro urgente desiderio che le autorità cinesi fermino immediatamente tutti i tipi di violenza, rilascino i prigionieri politici, rispettino i diritti umani, rispettino la religione buddhista, le minoranze etniche e comincino le riforme democratiche.  Il governo cinese dovrebbe anche fare chiarezza sulla sorte del XI Panchen Lama Gedhun Choekyi e liberarlo se Egli è ancora vivo.

Proprio perché ci sono problemi, occorre trovare soluzioni dialogando, stabilendo anche canali di dialogo diplomatici. Questa è la via per provare a sciogliere anche i nodi che alimentano la divisione.

Noi speriamo che la Sua Eccellenza farà il suo meglio come rappresentante della nazione cinese.

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