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giovedì 14 marzo 2019

Il cubo della verità - La Spezia -

Un gruppo di attivisti animalisti si incontrano in una via di La Spezia, una volta al mese, circa. 
Alcuni di loro sono immobili, con una maschera, e mostrano senza parlare video con immagini di ciò che avviene negli allevamenti intensivi, o in ogni altro luogo dove si perpetuano in continuazione maltrattamenti, violenze di ogni tipo nei confronti degli animali.



La regola d'oro è non intervenire subito attirando insistentemente gli astanti, passanti, curiosi ecc. al loro semplice passaggio dalla zona "cubo".
Solo chi osserva per un certo ragionevole tempo ciò che viene mostrato, cioè

infinite realtà di barbarie contro esseri viventi


verrà avvicinato per sentirne le reazioni, ascoltare pareri, le loro storie: chiaramente gente di ogni età e cultura.
Chi è a conoscenza dei fatti e si sta ponendo seriamente il problema, per esempio diventando progressivamente vegetariano, o vegano, potrà ricevere un aiuto, dei suggerimenti, da parte di chi già questa scelta l'ha fatta.

Altri vengono invitati a riflettere, o a documentarsi meglio, offrendo loro informazioni, testi, siti di consultazione, inviti ad eventi futuri.

Spesso ti imbatti in situazioni di irresponsabilità, gente che chiude gli occhi, o scappa non volendo vedere "cose brutte".
Oppure persone che dicono che non possono farci niente, e tanto se poi cambia uno solo, per esempio io, non succede nulla lo stesso (!) ..... Ottimo argomento per lasciare le cose così come sono.
Anche giovanissimi, che sgomenti di ciò che vedono, si mettono a piangere e ringraziano tutti i volontari per ciò che stanno facendo per sensibilizzare chi non sa veramente,  o non vuole nè sapere nè vedere.


Siamo certi che anche chi chiude gli occhi alla vista di quello che mostrano i video nei computer, i cartelli li legge, e qualcosa entra anche in loro, passa (si spera il più possibile!) un messaggio: non sottrarsi: la responsabilità che il mondo è nelle nostre mani, nelle nostre azioni e scelte, riguarda tutti, anche loro.
Noi saremo ancora lì, forse la prossima volta potremo parlare tra esseri umani che stanno dicendo basta in tutti i modi possibili, ma soprattutto in un modo:

                     smettere di pensare che questa sofferenza non ci riguarda perchè                                                                               noi non stiamo uccidendo nessuno




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