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sabato 1 maggio 2010
Terremoto nello Qinghay - Aiutiamo la popolazione abbandonata dal governo cinese
Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Unione Buddhista Italiana circa la condizione della regione dello Qinghay colpita da un recente terremoto e abbandonata dal governo cinese.
Quando nelle nostre case consumiamo decine e decine di prodotti "made in China" forse dovremmo fermarci un attimo e riflettere.
La nostra Associazione inizia da oggi una raccolta di fondi a favore della popolazione.
Chiunque voglia aiutarci può inviarci una mail o incontrarci nei luoghi di pratica. Grazie.
L’Unione Buddhista Italiana esprime la più viva preoccupazione per la drammatica situazione in cui versa la popolazione dello Qinghay, colpita dal terremoto del 14 aprile scorso Notizie di stampa, confermate da nostre fonti all'interno della locale comunità monastica tibetana, parlano di circa 20.000 morti, abitazioni, scuole, monasteri e antichissimi luoghi sacri crollati o pericolanti, di villaggi che, dopo due settimane dal sisma, non hanno ancora ricevuto alcun aiuto e, in generale, di una popolazione lasciata in balìa del gelo e della fame.
In questo scenario, le Autorità cinesi stanno minimizzando la portata del disastro, impediscono il libero accesso ai mezzi di informazione, alle agenzie internazionali di soccorso e ostacolano i monaci, parte integrante del tessuto sociale, nel recare aiuto alla popolazione.
Manifestando piena solidarietà alla popolazione colpita dal sisma, l’Unione Buddhista Italiana nel contempo stigmatizza l’inconcepibile atteggiamento delle Autorità cinesi che consegna all’oblio il dramma e le sofferenze in cui versa parte dei suoi governati e invita le Istituzioni italiane, le organizzazioni umanitarie e tutti coloro che hanno a cuore i diritti civili, a fare pressioni sul governo della Repubblica Popolare Cinese affinché cessino immediatamente le azioni di ostacolo agli interventi umanitari internazionali, lasciando libero accesso ai mezzi di informazione.
L’UBI inoltre sottoscrive l’appello di Sua Santità il Dalai Lama a potersi recare nella zona, sede del suo luogo natale, a portare il proprio conforto spirituale alla popolazione, in stragrande maggioranza di fede buddhista.
Invitiamo tutti i praticanti di Dharma e il Sangha monastico in Italia a unirsi spiritualmente e a fare quanto materialmente possibile per dare sostegno e conforto alla popolazione colpita.
Roma, 29 aprile 2010
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