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venerdì 26 novembre 2010

Il nostro spirito e' in Birmania

Continua la nostra attivita' in Maesot, al confine tra Tailandia e Birmania.
Oggi, come preannunciato, ci siamo spostati lungo il fiume Moi River, il fiume che divide la Tailandia dalla Birmania.
Prima della zona di confine abbiamo visitato uno dei piu' bei monasteri che ho visto sino ad ora, in classico stile birmano, con una splendida pagoda e una statua del Buddha sdraiato lunga 45 metri.
Arrivati all'imbocco del ponte che introduce in Birmania notiamo che tutto e' bloccato per chi vuole entrare, sia uomini che merci.
Vi e' tensione nell'aria e gli sguardi dei funzionari e dei poliziotti sono eloquenti.
Riprendiamo le nostre biciclette e decidiamo di visitare il mercato che si colloca storicamente sulla riva tailandese del fiume.
Un coacervo di splendide opere in legno, mobili in teak (il legno prodotto in Birmania) e prodotti di marca falsi come occhiali e vestiti.
Qui se volete potete comprare un bel paio di occhiali "Ray Ban" a due euro!
Lungo il fiume contrabbandieri birmani ci offrono sigarette (marche sconosciute), prodotti pornografici con povere ragazze protagoniste e inoltre (si vede che non ho fatto un impressione da "stallone italiano") pure "viagra" di prima qualita'(........cavolo quello delle offerte nelle mail "spam" che mi arrivano ogni giorno ho pensato!! ecco da dove arrivano le mail....ho pure pensato di cercare in zona il malefico informatico che me le manda!......).
Poco dopo abbiamo trovato un'area isolata lungo la passeggiata che costeggia la riva tailandese. Ci siamo inoltrati con la biciletta tra le capanne desolate della popolazione che vive in quei luoghi e siamo sbucati in un'area con un poco di alberi e vegetazione.
Di fronte a noi sull'altra riva una splendida pagoda birmana suonava canzoni tradizionali locali spandendone le note nell'aria e rendendo meno triste il paesaggio degli edifici birmani spogli e diroccati, contrastanti con quelli posti sulla sponda tailandese.
Mi sono seduto e ho inziato a praticare una meditazione seduta di circa dieci minuti concentrando il centro della mia coscienza sull'energia che muove tutti gli esseri umani, in particolare i poveri rifugiati politici birmani ancora in carcere, torturati e vessati, soprattutto le donne, quotidianamente.
Il regista Chan, nazionalita' birmana e residente in Norvegia, ci ha accompagnato in questo giorno.
Sta girando un film documentario che proiettera' in giro nel mondo a numerosi film festival e ha deciso di riprendere sia la mia meditazione seduta che il successivo "saluto al sole" imparato dalla tradizione buddhista giapponese, che ho "elargito" in direzione dell'altra sponda, quella birmana, aprendo simbolicamente il mio cuore e donando la mia energia alla gente di quel paese.
La popolazione locale residente sulla riva del fiume ci ha accolto con una certa non curanza: qualche sguardo furtivo ogni tanto ma molta diffidenza.
Non erano passati cinque minuti che siamo stati circondati dalla polizia locale intervenuta con due autocarri e una quindicina di uomini.
Ci hanno squadrato ma non si sono neanche avvicinati troppo, non ci hanno chiesto nulla.
Si sono preoccupati che nessuno dei locali parlasse con noi e hanno controllato i documenti delle persone presenti in quel posto che stavano osservandoci quietamente.
Trascorso circa un quarto d'ora e' giunto quindi il momento di ritornare a Maesot e abbiamo lasciato la zona di confine con le nostre biciclette.
Chan mi ha pure intervistato e fara' avere alla nostra associazione il film quando sara' completato.
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"La guerriglia continua"
Oggi e' stata poi la volta di un altro personaggio che abbiamo incontrato e intervistato a Maesot. Non posso citare il suo nome in quanto si tratta di un rifugiato politico in Tailandia ma illegalmente in Maesot in quanto e' stato assegnato ad un villaggio distante 300 km da Maesot.
Sua moglie, thai, vive qui e si occupa anche di diritti civili e aiuto sociale.
"X" e' stato uno dei leader della rivolta studentesca in Birmania del 1988 e uno degli organizzatori del partito di opposizione nelle elezioni del 1990.
E' dovuto fuggire nei primi anni 90 per evitare l'arresto e la tortura, destino capitato a molti suoi amici studenti.
Per dodici anni della sua vita ha vissuto sulle montagne, nelle zone controllate dall'esercito studentesco dell'etnia karen, il suo gruppo etnico, ancora oggi in guerra di resistenza contro il regime totalitario birmano.
"Sono stato per dodici anni nella foresta, ho avuto per due volte una malaria fortissima che mi ha colpito al cervello, sono stato in coma e ho rischiato di impazzire come e' capitato a molti miei compagni ma sono sopravissuto" mi spiega, con uno sguardo da persona intelligente che accompagna il movimento rapido degli occhi, due occhiali e una sigaretta sempre accesa.
"Quando combattevo io eravamo in tanti, 8000 studenti soldati, adesso ne sono rimasti in pochi, un migliaio.
Io sono illegale qui a Maesot ma gestisco un'attivita' commerciale che frutta qualche soldo e posso sostenere anche qualche campagna umanitaria oltre alla guerriglia.
Ho sentito del vostro progetto di aiuto alla gente della discarica e in generale al popolo birmano e non posso che ringraziare tutti gli italiani. Siete un popolo molto generoso.
Purtroppo non credo che sara' facile sradicare quella gente senza un consenso della comunita' locale tailandese e del governo in particolare.
Quelle famiglie adesso sono infatti illegali in Tailandia ma libere e se dovessero essere portate in un centro come quello che state finanziando e' probabile per loro l'arresto e il rimpatrio in Birmania.
Sopaka e anche Fred stanno aiutando quella gente ma prima di loro ricordo che un monaco americano ha veramente fatto molto.
Spero comunque che la situazione si possa risolvere ma dovete trovare un amico tra le autorita' locali tailandesi e Sopaka non so se lo ha, lui stesso qualche anno fa e' stato arrestato per la sua attivita' di aiuto alle famiglie illegalmente residenti in Tailandia".
- Cosa ne pensi del movimento rivoluzionario non violento?
"Penso che dobbiamo lavorare assieme. La nostra lotta violenta non puo' prevalere perche' nessun esercito di altri paesi ci aiuta, siamo soli.
Invece il movimento non violento di cui fate parte anche voi di Karuna Italia sta avendo sostegno in tutto il mondo, sull'effetto della liberazione della leader di opposizione Aung Sang Suu Kyi.
Purtroppo pero' siamo preoccupati perche' abbiamo avuto notizia che adesso dopo la liberazione la giunta militare potrebbe organizzare un attentato contro di lei.
Siamo davvero molto preoccupati e vorremmo che l'ONU vigilasse di piu'".
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Domani e' previsto l'acquisto di medicinali contro il mal di testa e di stomaco che doneremo all'associazione "The Best Friend" con uso destinato prevalentemente alle "famiglie della rumenta".
Ciao ragazzi e ragazze! Be happy!
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Massimiliano (Mu Mun)

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